PROGETTI / 5 VOICES FOR 1
"BILOURA è una compagnia teatrale internazionale che lavora a livello globale e la cui creatività, danze, musiche, canti e divertimento aiutuano le donne vittime di tratta a esprimersi e comunicare attraverso l'arte, con attività al di fuori dell'ordinario. Anche in Austria le super donne di BILOURA, col supporto di FOOTPRINT e LEFÖ,
migliorano la qualità della vita delle vittime di tratta, rafforzandone la percezione che hanno di sé e la loro identità."
FOOTPRINT Wien, 2018
5 VOICES FOR 1 è un progetto pluriennale iniziato nel 2017, che esplora artisticamente le possibilità di creare
eco attorno al fenomeno della tratta delle donne ai fini della prostituzione. Il titolo “5 VOCI PER 1” simboleggia la speranza utopica che per ogni voce marginalizzata che si leva e
resta inudita, 5 altre le facciano eco per sostenerla e renderla udibile. È un progetto artistico che vuole studiare, investigare, sensibilizzare e accendere il dibattito sui temi legati allo
sfruttamento sessuale dlle donne nel mondo; lo fa attraverso diverse collaborazioni con ONG, prostitutə, attivistə e con azioni artistiche di vario genere.
A oggi il progetto include 4 azioni:
• UNHEARD VOICES - una serie di laboratori
creativi in diversi Paesi con donne uscite dalla prostituzione, in collaborazioni con ONG internazionali che si occupano di reinserimento sociale e lavorativo di donne
marginalizzate
• ECHO - un’installazione
audio-performativa che restituisce al pubblico le voci di queste donne, fatta per essere installata in luoghi pubblici, per far incontrare a tutt* una realtà apparentemente molto distante, che costituisce però un
fenomeno globale diffuso
• FLESH - una performance di danza e sound design che esplora l'abuso di corpi femminili nel mercato globale del sesso
• SILENT VOICES - uno spettacolo diteatrodanza, creazione
collettiva di 6 artiste di diverse provenienze culturali e stilistiche, che approcciano il tema anche a partire dalla condizione della donna e della prostituta nei loro Paesi di
provenienza. Prodotto nel 2021-2022 al Asia Culture Center di
Gwangju, Corea del Sud.
L’idea di 5 VOICES FOR 1 è nata in Italia, quando nel 2015 BILOURA ha condotto un laboratorio teatrale con richiedenti asilo nigeriani. Il laboratorio ha generato il progetto ODI e un video-documentario etno-antropografico, tesi di laurea magistrale in antropologia culturale della Dott.essa Sara Caterina Casiccia. Lavorare con richiedenti asilo ha reso lampante quanto fortemente marginalizzate e inascoltate restino certe voci, quanto le persone migranti vengono sfruttate a tutte le latitudini e le loro voci vengono silenziate dal sistema dello sfruttamento.
Durante ODI, BILOURA ha avuto anche la possibilità di entrare in contatto con donne vittime di tratta della prostituzione.
Ciò ha avuto un forte impatto sull* artist* del Collettivo. Così è nato il desiderio di diffondere le loro voci, le loro canzoni, ciò che hanno da dire, anche per oltrepassare lo stigma che le
accompagna spesso. Usando le arti performative come un ponte in favore del dialogo tra le diversità, 5 VOICES FOR 1 sensibilizza dunque il pubblico sulla realtà dello
sfruttamento sessuale, tanto tragica e criminale quanto – appunto - nascosta, nonostante la prostituzone costituisca il terzo maggiore mercato al
mondo dopo armi e droga.
UNHEARD VOICES
Unheard Voices è una serie di laboratori creativi con donne trafficate ed emarginate. Il lavoro creativo con le donne ruota intorno all'empowerment, all'autostima, alla libertà e alla lotta
contro lo stigma sociale. Da questi incontri con le donne, viene catturato materiale sonoro sulle loro culture, la loro vita quotidiana e i loro sogni futuri. Non la tratta, ma la donna che c'è
dietro è messa al centro dell'attenzione. Le donne stesse prendono la voce e determinano il contenuto delle loro voci.
I primi workshop con le donne vittime della tratta hanno avuto luogo nell'estate 2017 in collaborazione con la ONG TAMPEP a Torino, Italia. Con il desiderio di portare il lavoro artistico con le donne vittime di tratta in Austria, Angie Rottensteiner - coordinatrice del
progetto 5 VOICES FOR 1 - ha fatto domanda con successo per lo States Grant for Performing Arts 2017 dato dal Ministero della Cultura dell'Austria. I workshop con ex vittime di tratta si sono
tenuti da gennaio a giugno 2018 in collaborazione con le ONG FOOTPRINT e LEFÖ IBF a Vienna.
ECHO
ECHO è un'installazione sonora e visiva che proietta voci di donne trafficate e prostituite negli
spazi urbani pubblici. L'installazione sonora traccia voci inaudite di donne ed esplora e supera il silenzio attorno alle loro voci. ECHO è proiettato nello spazio pubblico e porta quindi le voci
delle donne nel luogo in cui incontrano i pedoni nella vita quotidiana. Le donne, che sono trafficate in un sistema capitalistico - beni, prodotti e domanda - vivono al centro della nostra
società, ma sono per lo più isolate e un profondo silenzio le circonda come un confine invisibile. Gli affari per il mercato del sesso sono fiorenti e le donne commerciate da Africa, Europa
orientale e Asia vengono portate in Europa. Il mercato è servito a causa della forte domanda. ECHO mira a rompere il silenzio su tutto ciò attraverso sottili composizioni sonore. Le donne stesse
determinano il contenuto delle loro voci e manifestano così una testimonianza della loro presenza in Europa. Il contatto e l'incontro avvengono attraverso immagini evocate.
Durante il lavoro artistico con donne trafficate da gennaio a giugno 2018 a Vienna è stato catturato materiale sonoro tramite interviste. Da questo è stato creato un primo
teaser sonoro: ECHO Sound Scores.
FLESH (dall’inglese: carne) è una riflessione cruda, diretta, esplicita e schierata sul corpo femminile come oggetto di commercio, di sfruttamento, di piacere, di dolore. La protagonista assoluta della scena è una donna, che parla del proprio corpo attraverso il proprio corpo e ciò che da esso viene evocato, attraverso immagini e paesaggi sonori. FLESH è un dialogo serrato tra l’intimità e la socialità dell’esperienza della donna nel business del sesso, dove la sessualità non è solo un fatto privato e libero, ma anche culturale, economico, determinato dal menù sul quale viene ordinato. La donna in scena si muove con le immagini e le voci di milioni di donne che testimoniano una stessa comune esperienza, stratificata dalla posizione geografica, ma globale: una certa cultura del sesso tendenzialmente violenta che lascia segni sul corpo di chi v’è passata attraverso.